mamele storia
 

Mame, Mamele, Mama - Storia

Lo spazio in cui si dipana lo spettacolo è un luogo in cui si svolgono delle prove.

Ci sono alcune sedie, un pianoforte, dei leggii e un bric brac di oggetti e cianfrusaglie, rimasugli di prove precedenti e forse di altre epoche.

Ci sono anche un'orchestrina di autòmi e due macchine-gobbi, composte di strani ingranaggi che trasportano delle striscie di stoffa su cui si leggono le didascalie esplicative degli accadamenti scenici. Prima dell'inizio di una prova d'orchestra una voce annuncia che la madre è morta.

Non si sa di chi sia la madre morta, ma è morta la madre! Si scatenano liturgie, litanie, filastrocche, danze, canti, memorie letterarie, storie e storielle per ritrovare attraverso vari frammenti di madre la madre che ciascuno cerca, vuole o respinge nel suo intimo. Un elenco apocalittico annuncerà il delirio delle mutazioni di un essere materno sempre più separato da sè.

Tutti cantano, suonano, parlano, alla disperata ricerca di ricostruire un'immagine materna che si è infranta definitivamente. La lingua ufficiale di appartenenza, la lingua madre, si mescola con le mamme/lingue straniere improprie, reali o immaginarie. Il tutto diventa una specie di burlesque tragicomico che cerca di portarci in una camera di specchi, di riconoscimenti e disconoscimenti che si riflettono l'uno sull'altro.

Uno spettacolo per madri e figli ma non proibito al resto della famiglia.

 

 

   
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