L'antifascismo non é un optional
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La ricorrenza del 25 Aprile di quest'anno ha marcato alcune importanti precisazioni quanto mai opportune, particolarmente in quest'epoca politicamente confusa ed incerta segnata dalla più feroce crisi economica dopo quella del '29, crisi che è anche sociale e morale. Le esclusioni di alcuni leader politici che rivestono ruoli istituzionali, come Renata Polverini e Gianni Alemanno, dalle celebrazioni della Resistenza Antifascista, organizzate dall'Anpi, possono apparire come ingiustamente discriminatorie solo a chi guardi al significato della liberazione dal nazifascismo in modo superficiale o peggio strumentale.

L'antifascismo non è un optional da indossare il giorno della festa. L'antifascismo è il pensiero fondativo della nostra democrazia, è l'humus in cui è stata concepita la nostra mirabile Costituzione. La Costituzione italiana, la Cartas universale dei diritti dell'uomo che su di essa venne modellata sono libri sacri laici che proclamano ed edificano il patto per una nuova umanità di persone uguali, libere, affratellate da un comune senso di giustizia. Gli articoli enunciati al presente implicano tuttavia una sollecitazione progettuale rivolta al futuro perché i diritti vengano inverati nel tempo, incessantemente. Lo statuto dei lavoratori, per esempio, fa parte del solco tracciato dai padri costituenti. Non si può massacrare la giustizia sociale e poi millantare uno spirito antifascista. Non si possono discriminare i gay, i rom, gli immigrati, affermare lo jus sanguinis come fondamento della cittadinanza, flirtare con i neonazisti e dire di condividere i valori dell'antifascismo. Era tempo di chiarirlo.

 

Moni Ovadia - L'Unità - Voce d'Autore 28/04/2012

 

 

   
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