Con gli occhi degli artisti. Moni Ovadia Prima Parte.
 

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di Gianfranco Falcone

>> Con gli occhi degli artisti. Moni Ovadia Prima Parte. Coronavirus iattura dell'iperliberismo e elogio della fragilità.

 

Ho sentito Moni Ovadia ai primi di marzo, dopo aver ricevuto un messaggio da Renato Sarti che diceva più o meno così: Caro Gianfranco, con la generosità che lo contraddistingue, Moni mi ha detto di darti pure il suo numero. L’ho chiamato. Ho trovato una persona disponibile, immediata, un maestro. Ci siamo sentiti da lì a qualche giorno e abbiamo fatto l’intervista. Volevo pubblicarla alla fine del mese. Senonché gli eventi sono precipitati. Il maledetto Coronavirus aveva trasformato in poco più di tre settimane l’Italia e il mondo.
Che fare? Pubblicare? Chiamare Moni Ovadia per avere dichiarazioni dell’ultimo momento?
Non volevo infastidirlo, ma d’altro canto volevo offrirgli la possibilità di esprimere la sua opinione anche su questo tema. L’ho chiamato. Ma nel frattempo mi ero tranquillizzato. Avevo capito che non c’era la necessità di rincorrere la cronaca. Ciò di cui abbiamo bisogno non sono parole nuove ad ogni costo, in ogni momento. Ciò di cui abbiamo impellente bisogno è l’ascolto di parole che facciano del pensiero il loro sfondo. Abbiamo bisogno di parole pensate su cui soffermarci, per farle nostre, e non farle scivolare via come l’ultima puntata di Beautiful.
Ad ogni modo inizio dalla coda.
Che cosa ne pensa del Coronavirus e di quello che sta succedendo?...

>> segue

 

   
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