violinista-note © Photo: Federico e Maurizio Buscarino
 

Il violinista sul tetto - Note d'autore

Il musical è una forma di arte scenica nata e cresciuta negli Stati nel novecento in cui hanno trovato una sintesi americana molte esperienze di teatro con musica e di teatro in musica provenienti dalla vecchia Europa. Uno dei grandi contributi a questa nuova scena germinata nel secolo breve è sicuramente quello del teatro Yiddish. Esso porta con se una rottura dei generi e delle separazioni schematiche di stile o di uso dei mezzi espressivi. Testo, musica, recitazione parlata, canto, recitar-cantando, gesto, danza, rito, convivono sul palcoscenico con l’anarchia della pari dignità. “Il violinista sul tetto” è uno dei più celebri musical di Broadway, il numero e le variazioni delle sua messe in scena non si contano e la gran parte di esse sono state un tentativo di sfruttamento di un grande successo per la routine della circolazione commerciale. Il nostro allestimento vorrebbe proporre un’altra prospettiva: ricollocare la storia più rappresentativa della cultura dell’est-Europa, quella di Tevjie il Lattivendolo, uscita dalla geniale penna di Sholem Aleichem e da cui è stato tratto il musical, nel suo contesto originario. Il testo e le canzoni verranno rispettate nella loro integrità ma saranno cantate nella lingua Yiddish invece che in inglese e l’impianto di regia si rivolgerà alla lezione stilistica del teatro yiddish.

In particolare la costruzione della scrittura scenica si svilupperà secondo le direttrici di una poetica teatrale sperimentate in questi anni. Centro di questa poetica è la presenza di musicisti in scena con una funzione drammaturgica e recitante. I musicisti-attori costituiscono una sorta di coro-popolo che interagisce con i personaggi veri e propri sia come personaggio corale che come contrappunto individuale in un continuo rimando di presenze ed emozioni. Nella fattispecie di un musical questo piccolo coro di musicisti-attori intreccerà il proprio movimento scenico In forma di improvvisate danzette con la professionalità del corpo di ballo dando vita a forme coreutiche grottesche e paradossali. Tutto al servizio di uno degli eventi di spettacolo più significativi della seconda metà del ‘900.
Moni Ovadia

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