Lezioni elettorali
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  I risultati elettorali in Francia offrono una lezione lapalissiana che qualora fosse recepita anche nel nostro paese, potrebbe essere salutare per la costruzione di un futuro politico meno ambiguo e meno paludoso. In Francia, paese con la seconda più importante economia del vecchio continente, un partito socialista che si chiama "Parti Socialiste" stravince le elezioni. Ergo, una forza di nome e di tradizione socialista non è un residuato novecentesco, non appartiene solo al passato ma anche al presente e al futuro. Questa palmare evidenza, con tutta probabilità sarà confermata alla fine dell'epoca Merkel anche in Germania dove i socialdemocratici potrebbero facilmente uscire vincitori dal verdetto delle urne e formare nuovamente un governo rossoverde. Naturalmente, nomi e tradizioni non costituiscono di per sé un progetto politico, non devono essere feticci o palle al piede, ma il radicamento in un passato carico di senso, è necessario anche per la costruzione di nuove identità di sana e robusta costituzione, soprattutto quando si tratta di un soggetto politico seriamente riformista di centrosinistra che si propone di rappresentare la parte maggioritaria del corpo elettorale. Le scelte ondivaghe, i tatticismi della politique politicienne, le derive identitarie e i maldestri camuffamenti, sfiancano la vocazione degli elettori più consapevoli e motivati che vorrebbero sapere per chi votano, quali sono i suoi programmi e i suoi valori praticati e non solo dichiarati, vorrebbero distinguerli nettamente da quelli per cui non vogliono votare e magari gradirebbero un po' di fermezza nei propositi. Chissà se l'infelice Italia un giorno avrà diritto a conoscere un'età dell'oro dove i riformisti faranno i riformisti per liberarsi dalla paura di scegliere con chiarezza e con coraggio e per occuparsi meno di se stessi e più del Paese che malgrado i ripetuti errori e fallimenti, sono ancora chiamati a rappresentare. Ovviamente c'è sempre l'alternativa della coazione a ripetere e non solo. La lezione elettorale greca offre anch'essa indicazioni preziose. I conservatori di Nea Dimokratia - i principali responsabili interni della micidiale crisi ellenica - non hanno pagato per le loro responsabilità, ha pagato il Pasok che conosce un malinconico declino vedendo più che dimezzato il proprio peso elettorale. Il futuro della sinistra sembra appartenere a Syriza anche per il suo travolgente successo con il voto dei giovani e Syriza non è, come piacerebbe ai Soloni della catastrofe economica, l'irresponsabile sinistra radicale antieuropeista, ma è la sinistra che si batte giustamente per la dignità e la prosperità della Grecia in un'Europa dei cittadini e non dei "mercati".

Moni Ovadia - L'Unità -  23/06/2012

 

 

   
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