Alessandro il pareggiatore
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L'opinionista della versione online del settimanale tedesco der Spiegel, Jan Fleischauer, ha scritto un commento sull'affondamento della nave della Costa Crociere, Concordia, avvenuto a ridosso delle coste dell'Isola del Giglio che è riuscito nel mirabile intento di condensare e sciorinare un elenco dei più vieti e frusti stereotipi riguardo agli italiani in un solo articolo. Il vertice del suo estro giornalistico è stato sicuramente quello di fare di tutte le erbe un fascio. Nella sua summa "reader's digest" sul carattere degli italiani in quanto tali ha costruito una bizzarra sottospecie di sillogismo: il Comandante della Concordia Schettino è un codardo, il comandante Schettino è italiano, tutti gli italiani sono Schettino, ergo tutti gli italiani sono codardi. Il fatto più rilevante in questo mediocre episodio di giornalismo da tabloid di quart'ordine è che una rivista importante come der Spiegel affidi ad un babbeo del genere il proprio prestigio. Un dato di fatto incontrovertibile è che questa è solo l'opinione del signor Fleischauer e di quei babbei che la pensano come lui, ma non è l'opinione dei tedeschi sugli italiani. Il signor Fleischauer, l'ha fatta fuori dal vaso e, a mio parere, la cosa da fare nei suoi confronti è quella di sbeffeggiarlo e di esporlo al ridicolo come si merita. Invece al direttore del Giornale, il battagliero e "littorio" Alessandro Sallusti, non è sembrato vero di poter cogliere al balzo la ghiotta occasione per scatenare contro il pericolo teutonico la terza guerra mondiale del giornalismo spazzatura. Oltretutto la coincidenza della querelle con il ricorrere del Giorno della Memoria gli ha fornito un assist formidabile e di più non poteva sperare per scatenarsi contro il Reich della "neonazista" dalle terga poderose Angela Merkel a cui mancano solo i baffetti per essere il sosia di Adolf Hitler che invece di sterminarci nei lager vuole farlo con l'euro, lo spread

e via sproloquiando a cominciare dal titolo:" A noi Schettino a voi Auschwitz" per poi proseguire con con piglio sprezzante:"...E' vero, noi italiani alla Schettino abbiamo sulla coscienza una trentina di passeggeri della nave, quelli della razza di Jan Fleischauer di passeggeri ne hanno ammazzati sei milioni. Erano gli ebrei trasportati via treno fino ai campi di sterminio. E nessuno della razza superiore tedesca ha tentato di salvarne uno." E qui Il baldo Alessandro si lascia andare al fradicio tormentone degli italiani brava gente facendo ricorso alle iperboli fuori controllo tanto care alla destra berlusconica:" A differenza nostra che di passeggeri ne abbiamo salvati 4200, e di ebrei, al tempo delle sciagurate leggi razziali, centinaia di migliaia (boom!!!). Fu italiano anche Giorgio Perlasca,

fascista convinto, che rischiò la vita per salvare da solo oltre 5000 ebrei.". Vorrei ricordare a Sallusti che anche Schindler, tedesco, salvò oltre 1000 ebrei e solo perché non ebbe modo di salvarne di più. Ma Perlasca e Schindler sono nomi individuali e non collettivi. Inoltre nel giorno della memoria sarebbe segno di onestà intellettuale e di decenza ricordare che le sciagurate leggi razziali furono varate e applicate in Italia nell'assordante silenzio e nell'indifferenza della stragrande maggioranza degli italiani. Quelle leggi volute dall'italianissimo Duce, prepararono lo sterminio quasi ottomila ebrei italiani, nello stivale e altre migliaia nel Dodecaneso. Senza contare che gli italianissimi fascisti, in proprio, perpetrarono un vero e proprio genocidio in Cirenaica e gettarono gas su ospedali civili. Nelle terre dell'ex Yugoslavia ne combinarono di cotte e di crude come nel Lager di Arbe nel quale cinquemila civili, donne, vecchi e bambini furono atrocemente fatti morire di fame e di sporcizia su ordine del criminale di guerra Generale Roatta. E' stata solo la Resistenza antifascista, civile e militare a salvare l'onore dell'Italia. Sallusti ha preso una cantonata nell'infuriarsi con Fleischauer, per coerenza, dovrebbe incontrarlo per mangiare una pizza e bere una birra, tedesca ovviamente, perché quel tedesco e questo italiano sono fatti della stessa pasta.

Moni Ovadia - L'Unità - Voce d'Autore del 28/01/2012

 

 

   
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