Ma che belle parole
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  La deputata del PD Paola Concia e la sua compagna Ricarda Trautman, mercoledì scorso sono state aggredite da un omofobo nazifascista che le ha apostrofate con la violenza di queste parole: "Lesbiche di merda, ai forni crematori vi dovrebbero mandare (...) fate schifo!". Immediatamente sono arrivati a Paola Concia, attestati di solidarietà bipartisan. La ministra alle pari opportunità signora Carfagna ha detto:" "Chiedo scusa a Paola Concia, a nome degli italiani perbene e del governo, per le offese ricevute". Il sindaco della capitale, Alemanno ha stigmatizzato l'ignobile aggressione così:" "L'imbecillità umana non sembra avere limiti. Dalla città di Roma la più ferma condanna a queste espressioni troglodite". Ma che belle parole! Che nobili sentimenti. Non so se il polimorfo premier Berlusconi abbia commentato, magari privatamente: " La lesbica che c'è in me, freme per l'indignazione!". Peccato che nel nostro paese, al di là della solidarietà parolaia, la verità dei fatti, mostri che i cittadini omosessuali sono cittadini di serie B e che, a volere loro la discriminazione, siano proprio quei politici che si sperticano in attestati di ipocrita solidarietà. Peccato che la reazione di coloro che assistevano all'aggressione nei confronti di due donne sia stata indifferenza. L'indifferenza, di tutti i crimini commessi nei confronti della sofferenza degli uomini, è il più vile perché si sottrae al giudizio. Me lo ha fatto capire Liliana Segre, un'amica che fu deportata a 13 anni e mezzo ad Auschwitz, sotto il cielo di una Milano indifferente di quella Italietta fascista a cui la nostra Italietta berlusconiana tanto assomiglia.

 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 23/04/2011

   
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