Demolizione della democrazia
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  L'ultimo provvedimento del governo Berlusconi, la proposta di legge per la riforma costituzionale della giustizia, è l'atto conclusivo di smantellamento del cuore della democrazia italiana, il pilastro costituzionale della separazione dei poteri. Il senso di questa azione demolitrice è stato dichiarato con chiarezza dallo stesso premier: se la riforma elaborata dal suo visir Angelino Alfano su suo ordine fosse stata operante nel 1994 non ci sarebbe stata tangentopoli, ovvero un potere corrotto e corruttore sarebbe stato al riparo dalle indagini della magistratura. Dunque lo scopo della riforma è semplicemente quello di rendere impunite le malefatte dei potenti e dei loro cortigiani e, in particolare, per rendere ingiudicabile il Sultano. Non bisogna essere giuristi per capirlo basta fare funzionare per qualche istante la meravigliose cellule grigie di cui siamo forniti gratuitamente anche se non tutti (troppi nel nostro paese) approfittano del meraviglioso dono. Basta chiedersi: ma dove sono i provvedimenti e gli investimenti per rendere la giustizia uguale per tutti? ma dove erano tutti questi garantisti della domenica, e dove sono quando i poveracci subivano e subiscono i malfunzionamenti della macchina burocratica della giustizia? Li trovavi e li ritrovi in televisione a sproloquiare e a starnazzare contro i coraggiosi servitori dello Stato di diritto. Oggi, nelle città d'Italia saremo ancora una volta nelle piazze per difendere la Costituzione dagli attacchi di chi vuole demolirla con la scusa di riformarla. Non è in questione in questo momento l'orientamento politico dei cittadini, né il sistema dei partiti e della loro collocazione. Oggi è in gioco il futuro della nostra democrazia, il suo destino e il suo carattere. Oggi lottiamo per affermare la democrazia come sistema di diritti e di valori che portano all'uguaglianza e alla dignità di ogni essere umano.

 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 12/03/2011

   
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