Maccartismo scolastico
| << indietro | Il farneticante attacco del presidente del consiglio contro la scuola pubblica non è l'ennesimo show di un guitto ricchissimo prestato alla "politica", è l'apice di un'ideologia stracciona fondata sul disprezzo della democrazia e mirante alla sua demolizione. Se Berlusconi fosse Papa, carica alla quale si ritiene senz'altro titolato avendo studiato otto anni con i Salesiani, attaccherebbe le chiese perché piene di preti sovversivi che insegnano il Vangelo che sta dalla parte dei poveri invece che con i ricchi come lui e proporrebbe di privatizzarle attraverso le televendite. Berlusconi non è solo estraneo alla democrazia le è tecnicamente ostile perché la sua concezione delle relazioni sociali, sia individuali che collettive di qualunque natura, siano esse familiari, sessuali, o civiche, si fonda sulla compravendita ed il possesso. Secondo lui infatti le idee e i valori sono merci e servizi da inculcare nei figli a forza. Il suo sproloquio populista, come da copione, è stato condito con la solita melassa anticomunista in chiave di delirante maccartismo razzista. Così come il famigerato senatore statunitense riteneva che gli ebrei fossero tutti comunisti per definizione, il maccartista nostrano ritiene che gli insegnanti della scuola pubblica siano biologicamente comunisti. Miserabilmente da copione è anche la ridicola lamentazione di essere stato perversamente equivocato. Ora, chi si illude che l'attacco selvaggio alla cultura del Cavaliere sia circoscritto alla cultura strictu sensu, forse finalmente capirà che lo scopo di Berlusconi, con la complicità di una corte di asserviti, mira a trasformare gli italiani, in particolare i giovani, in una plebe ignorante di consumatori teledipendenti abbrutiti che non sanno che farsene della democrazia.
Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 26/02/2011 |
