Lacrime di circostanza
| L'ennesimo tragico rogo in un improvvisato campo rom sulla via Appia a Roma, l'atroce morte di quattro bambini bruciati vivi ha provocato un'ondata di inusuale commozione e attenzione nei confronti dei rom. Il sindaco di Alemanno ha addirittura proclamato il lutto cittadino e ha chiesto fondi al governo per creare campi sicuri così che non si debba assistere al ripetersi di simili tragedie. Fino a quando i buoni propositi resisteranno agli alterni flussi delle ragioni della propaganda politica? Probabilmente appena il tempo sufficiente perché l'ondata emotiva rifluisca nel tran tran della infame normalità. Nessun autentico cambiamento nei confronti della "questione" dei rom e dei sinti è possibile se non cambia radicalmente la cultura di una vasta parte del paese nei confronti delle minoranze. Qualche ottimista crede che questo ennesimo episodio di morte di bambini rom, causata dalle disperate condizioni in cui vivono costretti da una società circostante che nel migliore dei casi li rifiuta o non li vuole vedere, darà l'avvio ad una nuova stagione nelle relazioni con quegli esseri umani che sprezzantemente chiamiamo zingari? Non succederà. Non bastano poche lacrime di circostanza o l'annuncio di provvedimenti che magari si perderanno nei meandri di quella burocrazia tanto deprecata anche dal primo cittadino della capitale. È necessario che cambi la comunicazione e l'informazione, che la politica cessi di strumentalizzare la paura del "diverso", che la propaganda xenofoba diventi reato penale punito con la massima severità. Che venga finalmente e definitivamente riconosciuta l'uguaglianza di ogni essere umano. In una parola che la nostra straordinaria Costituzione venga rispettata e applicata e non smontata pezzo per pezzo giorno dopo giorno proprio da molti di coloro che ad essa hanno prestato giuramento.
Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 12/02/2011 |
