Quell'ottuso fascino dell'antisemitismo
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L'antisemitismo è una sottocultura dell'odio profondamente radicata nelle fibre più intime del mondo occidentale e, attraverso la sua egemonia sul pianeta, si è esteso ben oltre i suoi confini "naturali", alimentandosi con nutrimenti impropri come il conflitto mediorientale. Negli ultimi lustri, la sua pandemia ha subito una battuta d'arresto che ne ha neutralizzato le forme più virulente a seguito della conoscenza delle proporzioni della Shoà e della capillare diffusione della sua memoria. Ma a misura che gli anni passano, che la ridondanza delle ricorrenze attenua le emozioni dirette degli eventi, che la cultura della memoria cede sempre più spesso il passo alla retorica di certa propaganda strumentale, l'effetto di deterrenza della Shoà perde la sua efficacia e l'antisemitismo può riemergere in forme inattese. Il governo di un paese dell'Unione Europea come l'Ungheria, può assumere nel proprio frasario politico reazionario, la lingua del pregiudizio antisemita ma, cosa ancora più grave, un comico/politico francese come Dieudonné M'bala M'bala, può decidere di servirsi di stereotipi antisemiti nei suoi spettacoli, provocando fragorose risate ed entusiastico consenso nel suo vasto pubblico. Malgrado le ripetute accuse e denunce per antisemitismo che riceve, Dieudonné non si fa intimidire e usa per i suoi lazzi anche materiale esplosivo come le camere a gas. Confesso di non avere mai visto uno dei suoi spettacoli per cui mi astengo dall'esprimere un giudizio definitivo sulla loro natura dato che non sono personalmente in grado di dire se si tratti di provocazione o di reale antisemitismo. Pare che come politico, si stia progressivamente avvicinando al Front National di Marine Le Pen, la cui professione di antisemitismo è notoria.
Il caso Dieudonné, è tuttavia singolare. Questo comico sceso in politica - ormai il confine fra le due professioni è sempre più labile come del resto implicitamente il filosofo Guy Debord aveva preconizzato nella sua opera profetica "La società dello spettacolo" già nel 1967 - è cittadino francese ma di origine è meticcio africano. Improbabile quindi che il suo antisemitismo sia di impianto razzista, del resto si può essere antisemiti senza essere razzisti ed essere ebrei e razzisti al contempo. Il razzismo e il concetto di razza, hanno subito ormai una critica fatale nelle idee e nei fatti e le sopravvivenze di quello spirito, per quanto virulente e pericolose, sono solo patetici fuochi fatui di un passato sconfitto. L'antisemitismo invece, soprattutto in tempi di crisi, fantasmatizza nell'ebreo il male assoluto in sé e per sé. Poiché l'ebreo non si distingue per "razza" - visto che appartiene ad oltre 120 etnie -, in quanto essere umano assomiglia all'antisemita e l'antisemita ha il terrore che il male assoluto sia dentro se stesso. In misura minore o maggiore, nello spazio-tempo impollinato dalla Bibbia, dal Vangelo e dal Corano, ogni donna o uomo sono ebrei almeno un po' e comunque, non è necessario essere delle cime per sapere che l'antisemitismo ha annunciato solo sventure.


 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 4/01/2014

 

 

   
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