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Shylock - Rassegna stampa

 

Monfalcone, Moni Ovadia chiude la stagione di prosa

Alessandra Galetto

il Piccolo -· 12 aprile 2010 pagina 10 sezione: GORIZIA

 

MONFALCONE A chiudere la Stagione di Prosa del Teatro Comunale torna, attesissimo, a Monfalcone Moni Ovadia. Domani e mercoledì, alle 20.45, è infatti di scena Shylock - Il Mercante di Venezia in prova, lo spettacolo tratto da Shakespeare di cui Ovadia è autore e regista, insieme a Roberto Andò, ed interprete. Originalissima rivisitazione del Mercante di Venezia, lo spettacolo, prodotto da Nuova Scena - Teatro Stabile di Bologna e Emilia Romagna Teatro Fondazione, è uno straordinario esempio di quel teatro musicale su cui Ovadia ha da sempre incentrato la propria ricerca espressiva, fondendo le esperienze di attore e musicista. In scena, accanto a Moni Ovadia e alla sua Stage Orchestra, nel ruolo di Shylock, un interprete di eccezione: Shel Shapiro. che tutti ricordano come il pioniere del rock in Europa e mitico leader dei Rokes, oggi affermato attore.

   

 
 
 

Shylock - Rassegna stampa

 

Shakespeare rock per Ovadia e Shapiro

di Francesca Motta

Ilsole24ore.com > Notizie Cultura e Tempo libero - 1 aprile 2010

 

Capovolgere Shakespeare pur rimanendo fedeli non è impresa facile. Pregio assoluto di questa inusuale e spiazzante versione, tra opera pop e metateatro, del "Mercante di Venezia" in questo caso " in prova", è far uscire fuori il testo dagli schemi classici del teatro di parola e trasformare il dramma shakespeariano dell'ebreo Shylock in una curiosa e intelligente rilettura ideologica e musicale. Artefici e prestigiatori dell'impresa sono due autori raffinati e colti come Moni Ovadia e Roberto Andò, che senza stravolgere la storia la trasfigurano, attualizzandola in una sorta di opera rock con musiche dei Queen, Nina Hagen e spogliandola della classica ambientazione lagunare. Uno Shakespeare al cubo con variabili nella crisi generale delle coscienze contemporanee, si delinea sul palcoscenico del romano Teatro Argentina, in un non- luogo grigio polvere schizzato di sangue, ambiguo e polivalente, forse un nosocomio o un mattatoio, si incontrano un regista ebreo (Moni Ovadia) disoccupato da anni e un viscido traffichino di dubbie origini (Ruggero Cara) che briga per commissionare un nuovo allestimento del " Mercante". La loro ossessione comune è Shylock, ma con intenti diversi. Il regista vorrebbe restituire all'ebreo quel famoso pegno della libbra di carne che da secoli gli è negata, l'altro, il committente, esige la libbra essendo un trafficante di organi collezionista di cuori d'artista. Fantasma dall'anima rock, Shylock è un'apparizione surreale interpretato da un'icona degli anni Sessanta Shel Shapiro leader dei mitici The Rokes. Fisicaccio ancora possente e aria gipsy, nonostante i sessantasei anni, irrompe a sorpresa Shel - Shy perfetto nei panni dell'ebreo stremato e malaticcio che lamenta di essere arrivato alla tenera età di quattrocento anni, continuando a essere mal rappresentato e ora implora giustizia. In un'atmosfera ironica, circense, pirandelliana, felliniana, ritmata e trasognata, la strana coppia Ovadia- Shapiro, unita dalle comuni origini ebraiche, da vita alla parola shakespeariana che si meticcia cantata, urlata, danzata, tra gli sforzi del Regista durante le prove per gestire una strampalata e scorretta compagnia formata: dall'effeminato Bassanio, la licenziosa Porzia, l'infermiera canterina Nerissa, un panciuto cardinale, la Stage Orchestra che suona rigorosamente dal vivo e le continue magnifiche incursioni di Shylock. "Un ebreo non ha mani, organi, sensi, affetti, passioni, allo stesso modo di un cristiano? Se ci ferite noi non sanguiniamo? Se ci solleticate noi non ridiamo? Se ci avvelenate noi non moriamo? ..." ecco il memorabile monologo del testo che diventa il filo conduttore dell'originale spettacolo. Balbettato e ripetuto continuamente come un mantra- ritornello dal vecchio Shy, declamato da tutti i personaggi e da centinaia di persone proiettate sullo schermo che ci rimanda anche immagini tragiche come Hitler e i campi di sterminio. Il tutto sotto lo sguardo sapiente e sornione di Ovadia, gran direttore d'orchestra in scarpette da tennis e maglietta con il volto del Bardo, spesso appollaiato su un seggiolone a sviscerare, ragionare, guardando la rappresentazione del teatro della follia del nostro mondo e cercando di restituire al gesto teatrale la verità e l'autenticità perduta. Non a caso dice: " Il Teatro non può tollerare truffe e inganni". La libbra di cuore contesa, diventa così simbolo universale di un teatro che deve uscire dalla marginalità e dalle brutture e tornare a essere un luogo dell'anima, baluardo contro impostura e odio. Vanno verso questa direzione i nostri tragicomici interpreti nel disperato girotondo finale? A noi, di certo, piace pensarlo.

   

 
 
 

Shylock - Rassegna stampa

 

«Il mio Mercante in prova tra mafia e traffico d'organi»

Moni Ovadia

Arena.it - 22 luglio Verona

 

Un personaggio «connotato e sfuggente» per uno spettacolo complesso e inquietante che si rifà al testo shakespeariano, ma lo scardina e ricostruisce per estrapolarne alcuni temi di universale attualità, come il rapporto tra l'uomo e il potere, la contaminazione tra Bene e Male, la condizione di «diverso» quale metafora di una «alterità» che è antropologicamente implicita, come una cisti dolorosa, nella storia dell'umanità e che si incarna nei secoli in contesti differenti e trova diversi «colpevoli» ma resta, nella sua essenza, emblema di quell'equivoco che la vita porta in sé, nel costante fraintendimento e scambio tra verità e menzogna. _È da questi presupposti che muove l'operazione di Moni Ovadia - artista bulgaro dalle mille sfaccettature: musicista, attore e scrittore - e Roberto Andò, che firmano a quattro mani ( ilo loro, d'altronde, è un sodalizio che funziona da anni) l'ideazione, la scrittura e la regia di Shylock: Il mercante di Venezia in prova, in scena in prima nazionale al Teatro Romano da questa sera (alle 21.15) sino a sabato, quale terzo e ultimo appuntamento con il Festival Shakespeariano dell'Estate Teatrale.__Moni Ovadia, il suo è un «Mercante in prova», un «Mercante» nel quale compaiono personaggi che non ci sono in Shakespeare, il regista e il mercante-trafficante. Perché questa invenzione?_Il nostro non è un Mercante di Venezia, ma una scrittura che si avvale di alcuni elementi centrali del testo di Shakespeare e che si muove intorno a quattro protagonisti: il regista (il mio ruolo), il mercante (Ruggero Cara, che fa anche la parte di Antonio), Shylock (Shel Saphiro) e l'infermiera (Lee Colbert), anche se intorno ci sono Porzia, il Doge e altri personaggi: ma il plot dello spettacolo sta nell'incontro tra un mercante dei nostri tempi, che si muove tra mafia internazionale e affarismo senza scrupoli e traffica in organi umani, e un regista ritirato da tempo dal lavoro che sogna da sempre di mettere in scena la vicenda di Shylock e dunque accetta la proposta del mercante, per quanto questi sia un personaggio inquietante e sospetto.__Nelle note di regia si legge che queste due figure, il mercante e il regista, sono speculari: in che senso?_Le loro due ossessioni sono speculari: il regista vorrebbe restituire a Shylock la libbra di carne che gli è stata tolta cinquecento anni fa, l'altro vorrebbe acquistare un nuovo «pezzo» nella sua collezione di organi, che alla fine è il cuore stesso del regista. E infatti in alcuni momenti dello spettacolo anche io, che interpreto il regista, divento Shylock, che peraltro è immaginato come una creatura agonizzante. In realtà, il regista è attratto da questo testo perché lo eccita la posta in gioco, la libbra di carne. La lettura che ne abbiamo dato vuole essere, in questo senso, fuori da qualsiasi pregiudizio. Shakespeare, con intuizione straordinaria, quasi luciferina, ha saputo inventare quel monologo ("Forse che un ebreo non mangia come gli altri esseri umani? Se ci pungete non sanguiniamo? Se ci fate il solletico non ridiamo? Se ci avvelenate non moriamo?") che rappresenta la condizione di privazione dei diritti del diverso di ogni tempo. Shakespeare non aveva mai visto un ebreo e nessun ebreo si riconoscerebbe in Shylock, tranne che per questo monologo, ma solo in quanto queste parole costituiscono il canto doloroso di qualsiasi uomo privato della sua umanità.__Il gioco metateatrale consente di riflettere, proprio dall'interno di questo meccanismo di scambio tra verità e menzogna, sul significato e sul ruolo del teatro. Il mercante che vuole "comprare" il regista è una metafora della mercificazione dell'arte?_C'è di più. Il mercante vuole comprare non l'arte del regista, ma il suo cuore. Dunque vuole mettere a tacere il teatro, cioè l'intelligenza, che riflette sul senso delle cose. È come un risentimento e una vendetta verso chi pensa. Che è quello che sta accadendo oggi in Italia, dove i tagli ai finanziamenti stanno uccidendo il teatro e, con la scusa di impiegare altrove i fondi, in azioni dal presunto maggior valore sociale, creano invece disoccupazione tra tutte quelle persone (operai, impiegati, facchini, trasportatori) che per e nel teatro lavorano.

   

 
Shylock-rassegna © Photo: Lia Pasqualino




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Shylock - Press

«Il mio Mercante in prova tra mafia e traffico d'organi»

Moni Ovadia

Arena.it - 22 luglio Verona

An "elusive and connotated" figure for a complex and disquieting show inspired by Shakespeare's play, dismantling and recomposing it, so as to draw out the universally pertinent themes it contains, such as the relationship between man and power, the contamination of good and evil...

 

 

Monfalcone, Moni Ovadia chiude la stagione di prosa

Alessandra Galetto

il Piccolo — 12 aprile 2010 pagina 10 sezione: GORIZIA

MONFALCONE A long-awaited Moni Ovadia returns to close the drama season at the Teatro Comunale of Monfalcone, tomorrow and Wednesday at 8.45 pm, with his "Shylock - Rehearsing the Merchant of Venice", a piece inspired by Shakespeare, of which Ovadia is the author and director, together with Roberto Andò, and which also sees him on the stage. An extremely original version of The Merchant of Venice...

 

 

Shakespeare rock per Ovadia e Shapiro

Francesca Motta

Ilsole24ore.com > Notizie Cultura e Tempo libero - 1 aprile 2010

To turn Shakespeare upside-down while remaining faithful, is no easy task. An absolute virtue of this unusual and surprising version, a mixture of pop-opera with meta-theatre, of the Merchant of Venice (in rehearsal, as the subtitle indicates), is to allow the text to emerge from the classic structures of spoken theatre and to transform the drama of Shylock the Jew into a curious and intelligent re-interpretation which is both ideological and musical...

   

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