Ovadia scherza sugli ebrei erranti
 

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di Maurizio di Gregorio
Il Corriere della Sera - 8 ottobre 1997

 

“OYLEM GOYLEM” AL TEATRO STUDIO Ovadia scherza sugli ebrei erranti Il “pazzo mondo” yiddish al servizio dell’arte, cosi’ potrebbe essere definito “Oylem Goylem” di Moni Ovadia in scena da stasera, alle 20.30, al Piccolo Teatro Studio. “In giugno - esordisce Ovadia - per il 50o anniversario del Piccolo ho rappresentato questo spettacolo solo per una sera, l’accoglienza e’ stata magnifica e abbiamo pensato di ripresentarlo all’inizio della stagione”. “Oylem Goylem” e’ una originale e divertente carrellata umoristica di storielle e divagazioni, intermezzi cantati, aneddoti e citazioni alle radici della cultura ebraica. “Riproporlo - continua il cantante - attore - dopo quattro anni dalla prima milanese, ha un significato particolare. Il pubblico e’ piu’ maturo e cosciente grazie a continue incursioni nel mondo ebraico compiute da autori come Spielberg e Allen. Sono molto legato a questo spettacolo perche’ mi ha permesso di fare breccia sull’indifferenza che in precedenza circondava la cultura yiddish. Questo allestimento verra’ ripreso dalla Tv e figurera’ nella serie “Palcoscenico” in onda alle 22.30 di sabato su Raidue tra novembre e gennaio. Il prossimo mese comincero’ le prove per portare lo spettacolo a Madrid”. Accanto a Moni Ovadia ci sara’ la TheaterOrchestra, un ensemble che propone le melodie struggenti e ironiche del repertorio klezmer. “Questa musica - prosegue Ovadia - trascende le sue coordinate spazio - temporali scientificamente determinate per parlarci della lontananza dell’uomo, della sua anima ferita e dei suoi sentimenti assoluti”. In scena l’attore di origine bulgara porta tutto un universo di sinagoghe e di botteghe dei ghetti, tra negozianti imbroglioni, rabbini un po’ troppo ortodossi...e, al di sopra di tutto e di tutti, la terribile yiddishmame, mamma - matriarca oppressiva e castrante. Un variegato universo che piace a larghi strati sociali e generazionali. “Il mio pubblico - conclude Ovadia - e’ composito, sia socialmente che anagraficamente. A teatro trovo dal quindicenne all’ottantenne e perfino intere famiglie. Per “Oylem Goylem” e’ stata varata un’operazione nostalgia che non sara’ fine a se stessa, ma utilizzata da trampolino verso nuovi spettacoli”.



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