Trieste, ebrei e dintorni - Note d'autore

“Mi sono messo dalla parte di quello che guarda dal buco della serratura e poi racconta quello che ha visto non con l’intento di spiegare, ma solo di comunicare e proporre le impressioni e le suggestioni che ne ha ricavato sperando che si compia il miracolo teatrale, che le stesse impressioni e suggestioni, risuonino nell’emozioni degli altri.
Parto da quando Trieste diventa portofranco e apre le porte a chiunque porti un contributo al suo sviluppo compresi ladri, puttane ed ebrei naturalmente! Proseguo poi ripercorrendo le tappe dell’ascesa della grande borghesia triestina, con un accenno alla presenza ebraica nel commercio del denaro e delle Assicurazioni, gli echi del caso Dreyfuss, piccoli scorci su sionismo, irredentismo, socialismo, fascismo, fino all’apocalisse e la mortale ferita della Risiera. Tutto questo sulle tracce degli intellettualipiùautorevoli, dalle personalità piùsingolari, accompagnati dalle voci autentiche di alcuni testimoni, di chi c’era davvero, ha visto e ricorda ancora. Ho avuto a questo proposito, il grande onore di poter raccogliere le memorie di personaggi straordinari come Alma Morpurgo, Giorgio Voghera, Nathan Wiesenfeld, Silvio Cusin che si sono prestati con grandissima disponibilità ad assecondare i deliri di un saltimbanco fuoriporta. Mi auguro che le loro voci , riportate a frammenti nello spettacolo, riescano a dare al pubblico la stessa emozione e la stessa commozione che hanno regalato a me. Per il resto lo spettacolo è di una semplicità assoluta: racconto aneddoti e storielle, leggo brani e poesia, canto accompagnato dall’orchestrina, la TheaterOrchestra onnipresente in tutti i miei spettacoli, e mi beo insieme al pubblico della magica voce di Lee Colbert e l’incantata grazia di Ida e Ettore Selva, i ballerini.”

Moni Ovadia
(Testo tratto da un’intervista di Elisa Savi per “Trieste A Teatro”)