Il Registro dei peccati - Rassegna stampa

 

«Un nomade teatrante»

Moni Ovadia con Antonia Anania

www.caffeeuropa.it

 

Ama definirsi “Un ebreo di origine bulgara, non ortodosso, di formazione marxista, vegetariano e soprattutto con un’identità nomade” Se gli si chiede il perché del suo essere “nomade” risponde che l’identità ebraica stessa è nomade. Infatti Dio avrebbe detto all’ebreo: “La terra è mia. Tu vi abiterai come soggiornante”. In ebraico “soggiornante” e “straniero” sono la medesima parola, a voler ribadire che davanti a Dio tutti gli uomini sono “stranieri”. Per questo esisterebbe un solo modo di vivere in pace su questa terra: da straniero fra gli stranieri.
Moni Ovadia ci prova da tempo a trasmettere una filosofia di vita antica come il mondo attraverso strumenti altrettanto antichi e nobili: oltre alla preghiera e lo studio, anche il canto, la danza, la narrazione e perché no, l’umorismo.
L’umorismo, appunto.
Dice Ovadia che il primo vero umorista fu Abramo; Abramo avrebbe riso di cuore alla notizia di diventare padre alla sua veneranda età. E fu così divertito che chiamò suo figlio “Isacco”, che significa appunto “colui che ride”.



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