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Ultima forma di libertà, il silenzio (1993) - Locandina Un progetto di Moni Ovadia e Studio Azzurro ispirato Gibellina, XII Edizione Orestiadi CAST ARISTICO >> Moni Ovadia >> Enrico Stassi >> Nino Ciaravino con la partecipazione di Eugenio Bennato, Arnaldo Vacca, Piero Lodice, Mario Castigla, Franco Castiglia, Francesca El Kozeh, Silvia Cozzolino e vecchi cittadini di Gibellina
e i musicisti: >> Davide Casali >> Maurizio Dehò >> Alfredo Lacosegliaz >> Gian Pietro Marazza
CAST TECNICO >> Moni Ovadia e Paolo Rosa (regia e drammaturgia) >> Paolo Rosa e Fabio Cirifino (progetto video ed ambientazione) >> Alberto Chiesa (costumi ed elementi scenici) >> Enrico Bagnoli (luci) Afredo Lacosegliaz (musiche)
PRODUZIONE >> CRT Artificio Milano
Ai piedi dell’immenso cretto segnato dalle fenditure, si colloca una immagine attraversata anch’essa da una profonda crepa. Là sotto, coperti e muti, rimangono i resti della tragedia che ha segnato il Belice. L’“immagine spezzata” preme per rivelare le voci, i gesti, gli stucchi, le pietre e soprattutto gli occhi. Sequenze di sguardi raccolti tra i vecchi di Gibellina, insieme alle inquadrature delle bocche saldate dal silenzio, vuote di parole, ma di quel vuoto che è «come i bozzi di tela, come sacche di mercanti, dove già dall’esterno indovini il contenuto: patate cipolle grano e granoturco, mandorle o farina…». Così cita Ritsos nel testo di quello che più che uno spettacolo vuole essere un intenso scorrere della memoria.
Rassegna stampa: E dai ruderi di Gibellina si leva il canto della poesia di Giovanni Raboni Il Corriere della Sera - 19 settembre 1993 |