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NIGUN_cop-CD
Etichetta: Ricordi - 0743214521625





 

Nigun (1997)

I lieder che ci vengono dal mondo della yiddishkeit nascono da gente sempre sospesa fra cielo e terra, fra il divino e la sua assenza, gente in fuga il cui sguardo struggente si rivolge ad una radice impossibile.
Il fervore e la prassi della Torah, l’attesa messianica, il suo deviarsi verso utopie di ogni sorta, il traguardo e la gioia del quotidiano, l’estasi e la preghiera ipercinetica delle festività e dei riti fanno cantare questo popolo di bambini millenari.
Le canzoni germinate dalla lingua yiddish, per origine, vocazione e radice sono “sporche”, “povere” e soprattutto anti borghesi nel senso laico della parola. Ciò nondimeno entrano nelle case del benessere, o nei caffé-concerto, nei cabaret, nei teatri della borghesia ebraica, piccola e media, o anche nelle case degli intellettuali, dei rivoluzionari o degli spostati e sradicati di ogni tessuto urbano. Incontrano il pianoforte, strumento inedito per la musicalità da cui provengono e si aprono a nuovi ambiti. La vocazione liederistica protesa verso una dolorosa classicità trova nella totalità del pianoforte linfa inattesa e sorprendente per la natura “sporca” e passionale delle melodie tradizionali e popolaresche.
I quasi quattro decenni che precedono il secondo conflitto mondiale vedono aumentare a ritmo frenetico le pulsazioni della vita ebraica nel centro e nell’est  Europa, i poeti e gli autori dello yiddish scriveranno centinaia di lieder e canzoni, anche dall’ “esilio” americano. Le ultime voci, gli ultimi gesti di questo mondo sgorgheranno anche come perle sonore e musicali, affermazioni estreme di vita a oltranza nella morsa di silenzio e annientamento che soffocherà l’alito del popolo di questi canti.
Noi li cantiamo coltivando l’utopia diafferrare così un lembo delle vesti della loro gente, loro ci “cantano” perché l’impossibile trovi uno spazio di prova nei nostri cuori.
Moni Ovadia

Intitolare Nigun (ovvero Melodia)  un disco costituito all’ottanta per cento  da melodie per voce e pianoforte può indubbiamente sembrare pleonastico. Tuttavia all’ascolto si percepirà con chiarezza che anche gli autori delle pagine per pianoforte solo qui raccolte, pur nell’assoluta diversità dei loro percorsi musicali, sono uniti da questo filo sottile ma tenace costituito dal lirismo. Le sinuose arcate melodiche di Milhaud, il fresco e semplice andamento della musica di Copland e l’apparente immobilità (che in realtà nascondo un’intensa vena di cantabilità) post-minimalista di Lang hanno molti piùpunti in comune di quanto non possa sembrare a prima vista. In queste brevi composizioni ogni altro parametro - ritmo, armonia, contrappunto - é subordinato all’elemento melodico; la stessa scrittura pianistica, totalmente aliena da virtuosistiche esibizioni, tende a un’asciutta essenzialità, così da mettere maggiormente a fuoco le singole frasi e far sì che il discorso musicale possa finalmente sciogliersi in canto, melodia, Nigun.
Carlo Boccadoro


Musicisti:
>> Moni Ovadia: voce
>> Carlo Boccadoro: pianoforte

Brani:

01.   Dos Kelbl - Dona Dona (Sekunda/ Zeitlin)

02.   Yome Yome (tradizionale)

03.   Unter daine vaise shtern (Sutskever/Brodna)

04.   Down a Country Lane (Aaron Copland)

05.   A Nigundl (Sternheim)

06.   Oyfn Pripetshik (M. Warshawski)

07.   Pishku u sharey tsedek (tradizionale)

08.   Shtiler, shtiler, lomir shwaygn (Katcherginsky/Walkowisky)

   
     
     
     
     
     
 

 
 

 
     
   
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