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Avrumele in arte Gennaro Canzoni yiddish e napoletane di fame, amore e malavita Erri De Luca - Moni Ovadia da un'idea di Viviana Kasam
cantano Lee Colbert Luciano Catapano Maria Pia Marroni Moni Ovadia
suonano Carlo Boccadoro (pianoforte) Paolo Cintio (pianoforte) Gino Evangelista (mandolino) Antonello Pariotti (chitarra) Mauro Squillante (mandolino)
Le culture tradizionali, radicate nell'animo delle genti, esprimono se stesse prioritariamente con il suono e con il canto. Lo fanno con una radicalità e un'urgenza espressiva che si invera in una necessità stilistica inconfondibile. Poche lingue della nostra Europa hanno una pregnanza sonora come il napoletano e lo yiddish. Queste due parlate esprimono ancor prima di significare. Questi jargon cantano e ritmano prima di parlare. Commuovono e fanno ridere anche chi non ha scienza purchè abbia cuore. Ci raccontano "in musica" della loro gente, di come ama, di come fa la fame, di come sfotte e di come si sfotte, di come soffre e di come gioisce, di come si strugge senza fine, di come muore e di come vive ... anche dopo la morte. In questi due mondi, la forma "canzone" raggiunge i suoi vertici: la canzone è affermazione di ricerca identitaria o,più semplicemente, identità stessa. Ma come osare in una sola serata la simultaneità di due super prime donne? Con l'unica guida attrezzata per le due lingue e per le due anime: Erri De Luca, napoletano verace ed ebreo honoris causa. Moni Ovadia |