Un pericoloso terrorista di cinque anni
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Una telecamera nelle mani di un occasionale spettatore della realtà può rivelare, per caso, un inverosimile episodio di ottusa brutalità e simultaneamente di crudele stupidità. L'arresto, operato da una dozzina di militari armati, per il "crimine" del lancio di una pietra contro un auto, di un bimbo di cinque anni e di suo padre, sopraggiunto per proteggere il figlioletto, per il delitto di sospetta complicità con un pericolosissimo terrorista in erba. L'uomo con la telecamera, casualmente è un attivista di un'associazione per la difesa dei diritti umani, beth tselem. Le immagini arrivano sulla rete tramite l'efficientissimo Youtube e sono subito intercettate da milioni di internauti. Dov'è accaduto questo episodio di solerzia nel provvedere alla tutela della sicurezza dei cittadini che devono essere protetti dalle minacce di terroristi cinquenni e magari treenni? È accaduto nello spazio controllato dall'unica democrazia del Medioriente, uno stato modernissimo all'occidentale, il paese che detiene il primato del massimo numero di start-up al mondo.
Un paese molto orgoglioso in cui i cittadini, ogni cinque anni, vanno alle urne per scegliere il loro governo, che cambia, si trasforma o rimane uguale a se stesso per governare i propri cittadini. Ma in questa stessa nazione sorretta da un'architettura istituzionale "democratica", i governanti che si sono succeduti da 46 anni, occupano illegalmente territori che appartengono ad un altro popolo, lo opprimono, ne rendono la vita un inferno, lo tengono chiuso in prigione o in gabbia, lo umiliano, ne arrestano arbitrariamente i cittadini o li sottopongono a miriadi di vessazioni e abusi con atti amministrativi attuati con sadismo, li discriminano e li segregano. E non si fermano neppure davanti all'infanzia, alla vecchiaia, alle gravidanze. Quante telecamere occasionali in mano ad attivisti coraggiosi ci vorrebbero per raccontare tutti gli episodi di sopraffazione che accadono sotto l'azione diretta, sotto l'egida dell'autorità militare di quella democrazia e quante altre ne servirebbero per documentare le violenze impunite dei coloni "democratici" e quanti occhi segreti servirebbero per raccontare gli abusi commessi nei luoghi di reclusione? Se anche si trovassero tutte queste telecamere in mano a folle di attivisti dei diritti e della dignità, il governo dell'unica democrazia del Medioriente e i suoi sostenitori planetari, chiederebbe la cancellazione delle riprese con l'imputazione del crimine di antisemitismo. La stessa cosa accadrebbe anche a viaggiatori che, per turismo o per lavoro, si recassero nelle terre illegittime della grande democrazia mediorientale e fossero testimoni oculari delle ingiustizie subite dal popolo occupato. Qualora, per coscienza, decidessero di renderne testimonianza, verrebbero immediatamente accusati di avere uno sguardo antisionista ovvero antisemita tout court.

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 13/07/2013

 

 

   
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