Crepuscolo e speranza delle demoscrazie
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  Sotto il cielo del pianeta Glocal, c'è grande confusione. La conclamata democrazia, da tempo solo un simulacro per illusi, si stinge penosamente in un Truman Show planetario con supplemento di inutile rito elettorale. E non è di conforto il sapere che in fondo, nemici, alleati e non allineati, si sono sempre spiati reciprocamente, perché nei bei tempi andati della Guerra Fredda, gli spioni si spiavano fra loro. Adesso invece il potere è in grado di contare i brufoli sul deretano di ogni suo suddito internauta, ma anche solo dotato di telefono mobile, ossia di ogni singolo suddito tout court. La legalità internazionale, già fatta carta straccia da 46 anni di occupazione illegale di territori usurpati da parte dell'unica democrazia occidentale del Medioriente, alla faccia dell'Onu, è stata poi ridotta in briciole da due guerre umanitarie - Iraq e Afganistan - che hanno seminato ecatombi di innocenti e prodotto una guerra civile, la vittoria degli islamisti, il rafforzamento a dismisura Al Qaeda, e arricchito i signori della guerra di ogni parrocchia in ogni campo dei conflitto a partire da quello dei probi "volonterosi". Il tutto per la grande e sorniona soddisfazione del vero dominus del fallimento della sedicente democrazia e della legalità internazionale, il "sempre sovietico" Wladimir Wladimirovic Putin che, alla democrazia occidentale non ha mai creduto e, men che meno, ha creduto alla retorica della comunità internazionale come ha dimostrato con spietata concretezza nello scenario Ceceno. Ma almeno lui è schietto e così oggi può paralizzare ogni intervento nello scacchiere siriano e vincere diplomaticamente con i suoi niet al congedo di Bashir al Assad, probabilmente con la tacita approvazione di Netaniahu. Intanto, decine di migliaia di civili vengono trucidati. Gli Stati Uniti, dal canto loro, continuano a profondere la loro ipocrita melassa propagandistica della legalità internazionale e per sancirla esemplarmente, dirottano un aereo che trasporta Evo Morales, il Capo di Stato di un paese sovrano, sospettato dalla loro geniale intelligence di trasportare clandestinamente la talpa Snowden. La solita bufala. Putin non poteva chiedere di meglio. La più grande democrazia del pianeta ha commesso "un atto di pirateria aerea e di terrorismo di Stato, metafora per il gangsterismo che oggi governa il mondo e per la codardia e l'ipocrisia di astanti che non osano chiamarlo col col suo nome" (dal quotidiano britannico The Guardian). Di fronte ad uno scenario tanto depressivo, dove può sorgere una luce di speranza? Forse dalle nuove piazze politiche. Pur facendo la tara ai rischi di populismo, piazza Taksim, piazza Tahrir, ma soprattutto le piazze brasiliane, mandano al potere, anche a quello dell'ex guerrigliera Dilma Roussef, sedotta dal ruolo istituzionale, un messaggio chiaro che può essere sintetizzato da una celebre frase del libretto rosso del presidente Mao tze Tung: "ribellarsi è giusto!".


Moni Ovadia L'Unità - 05/07/2013

 

 

   
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