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Una sinistra per il nuovo millennio

La prima e più forte impressione che mi ha colpito arrivando al congresso di SEL è stata l'intensità e la qualità della straordinaria atmosfera che si respirava.

Nei lunghi depressivi anni del ventennio berlusconiano ho partecipato a molti eventi assembleari, nei limiti delle mie forze ho condiviso lotte e battaglie come altri cittadini e militanti che si riconoscono nella sinistra e nei suoi valori  Ho sempre cercato di mettercela tutta per non cedere allo sconforto e al cinismo.

A lungo ho visto gli sforzi del popolo della sinistra essere frustrati contro il muro di gomma di un avvitamento autoreferenziale, di feticismi retrivi e di litigi miopi.

Il congresso di SEL, per la prima volta da molti lustri, ha dato a me e a moltissimi altri la netta sensazione di una sinistra che naviga nel nuovo millennio, una sinistra che si prepara ad affrontare con lungimiranza e intelligenza le grandi sfide di una società complessa dotandosi degli strumenti per governare, riprendendosi il sogno e il proprio campo. Il congresso ha consacrato un vero leader. Nichi è un uomo di governo, che sa parlare oltre gli schieramenti, che si esprime con forza perché sa coniugare convinzione profonda e grazia, cultura e pragmatismo e che non teme le fragilità perché ne fa i pilastri su cui edificare il dialogo. Con questo leader ho ascoltato una squadra di intelligenze composta di politici giovani e meno giovani, motivati, capaci di analisi lucide e appassionate, militanti di vecchia data e giovanissimi pronti a mettersi e rimettersi in gioco e un popolo all'ascolto determinato a mobilitarsi per riconquistare valori e territori che sono radicati da sempre nell'humus della sinistra: il lavoro, i diritti sociali, i diritti civili, la pace, la salvaguardia del pianeta, l'economia verde, la qualità della vita, la dignità della persona e la libertà nell'uguaglianza e nella solidarietà.

Questo popolo è colto, coraggioso e ed è pronto a costruire con la leadership un rapporto di partecipazione critica basata su un continuo scambio di idee, elborazione di progetti e costruzione di processi politici fertilizzati dall'entusiasmo di chi riconquista il proprio destino. Il congresso di SEL  ha decretato l'ingresso di questo popolo nel presente e nel futuro con l'orgoglio di essere depositario di un grande passato di lotte, di ideali e di cultura che non ha più bisogno di feticci e di totem. Questo momento inaugura una nuova alba, la sfida è impegnativa e chiede una grande assunzione di responsabilità perché è finito il tempo del gioco in difesa e di rimessa. Adesso si tratta di mettersi alla guida delle trasformazioni socio economiche per spezzare il circuito vizioso dell'iperliberismo da rapina, del turbo capitalismo delle false promesse, della logica vecchia e putrefatta del privilegio dei pochi spacciata come il nuovo.

È il tempo per riaffermare la centralità dell'essere umano titolare della dignità e del diritto e padrone dei propri sogni.

Moni Ovadia

   


Il pianeta dei diritti negati

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