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Prapatapumpa - Note d'autore "Chi ha come compito la consegna della visione è pronto di consueto al confronto col molteplice, con linguaggi coniugati secondo canoni ed estetiche differenti, oltre che consapevole di dover affrontare e restituire il bilico ontologico tra oggettività e partecipazione. Succede quindi che lo sguardo debba a volte sconfiggere la distanza di inclinazioni, così come capita invece – incombenza probabilmente più ardua – che l'oggetto osservato si agganci all'anima originaria, radicale, più profonda, più sentita che giace alla base viscerale degli occhi di chi guarda e scrive. In casi del genere si arriverà ad attraversare l'esperienza con tre paure diverse: veder deluse le volontà di aspettativa in virtù di un'emozione primaria e del rispetto, o per antitesi scoprirsi troppo coinvolti e dunque passibili di perdere di lucidità, ancora, come ultima istanza figlia delle prime due, temere che le parole non bastino, che scegliendole infine non soddisfino".Moni Ovadia |