Cantoni_fotoBIO
  Mara Cantoni

Mara Cantoni ha affiancato gli studi classici e di filosofia con quelli della musica e della danza. Si è dedicata con pari passione alla musica, al palcoscenico e alla scrittura, sperimentando molte delle relazioni possibili tra suono, parola e movimento e toccando più di una volta anche il mondo delle immagini.

Cantautrice e interprete di musica popolare nei primi anni Settanta, ha presto spostato la sua attenzione sul teatro, lavorando prima nell'ambito della regia lirica e della drammaturgia musicale, creando poi una forma di regia-drammaturgia che l'ha caratterizzata sulla scena teatrale e in altre modalità espressive. Ha scritto e pubblicato saggi, poesie, testi per il teatro e per la musica. Negli ultimi anni ha privilegiato un minimalismo ricercato, espresso tanto nella scrittura quanto in performance ironiche e poetiche.

Ecco qualche informazione sul suo percorso.

 

1951-1969

Nasce a Milano sotto il segno dell'Acquario.

Di famiglia ebraica italiana (padre di Busseto, madre milanese) studia alla Scuola della Comunità Israelitica fino alla maturità classica.

A sette anni inizia lo studio del pianoforte con Elio Cantamessa, solista dell'Orchestra del Teatro alla Scala, e dell'arte del movimento presso la scuola Carla Strauss sotto la guida di Liliana Renzi, musicista e polistrumentista. Qualche anno dopo, abbandonato il pianoforte, diviene allieva di quest'ultima consegnandosi alla chitarra "leggera": a metà dei Sessanta comincia a insegnare a sua volta, suona e canta in diverse formazioni, è nei gruppi di musica popolare che si vanno aggregando.

 

1969-1977

Orientata verso gli studi di architettura, si iscrive all'ultimo istante alla Facoltà di Filosofia dell'Università Statale di Milano, dove conclude gli esami pochi anni più tardi. Per le Edizioni Universitarie traduce saggi filosofici e testi politici di L. Althusser e di J.P.Sartre. Di quest'ultimo tradurrà poi per il Saggiatore Autoritratto a settant'anni e Simone de Beauvoir interroga Sartre sul femminismo (1976, ristampa 2005) oltre a diverse parti de L'universale singolare (1980).

Accanto all'insegnamento, continua l'attività musicale su diversi fronti: nel Gruppo Folk Internazionale fino al 1974, come cantautrice subito dopo, instaurando rapporti intermittenti con il mondo della musica leggera. Per Milva scrive brani originali e testi su musica di Theodorakis e di Vangelis. L'incontro con Gaber la spinge definitivamente verso una dimensione teatrale della musica.

A metà dei Settanta prende a collaborare con la rivista Spettacoli a Milano, segue a tratti il regista Piero Faggioni al Teatro Regio di Torino, alla Scala e all'Opéra di Parigi ed entra nel mondo dell'opera.

 

1977-1987

Assistente alla regia, lavora all'Arena di Verona, al Maggio Musicale Fiorentino e nei maggiori teatri con Gianfranco De Bosio, Liliana Cavani e gli scenografi Gambaro, Frigerio, Luzzati. Firma i primi spettacoli, affiancando teatro sperimentale e tradizionale: un montaggio di Balletti del Novecento con i solisti del Teatro alla Scala e Tane per attrice sola affrontano in diverso modo il rapporto tra danza e drammaturgia. In Manon cerca una soluzione figurativa inusuale.

Determinante è l'incontro con Luca Ronconi, di cui conserverà sempre la lezione. Ne segue da vicino il lavoro al Teatro Comunale di Firenze (1978-1982) e pubblica due libri (Norma - come nasce uno spettacolo e Wagner - mito, racconto, musica) in relazione ad alcuni suoi allestimenti.

Parallelamente al lavoro in palcoscenico sviluppa quello critico e letterario, scrivendo per varie testate e in particolare per Musica Viva, diretta da Lorenzo Arruga, e La Lettura, diretta da Oreste del Buono. Pubblica per i bambini Lohengrin e Le Papiéroplane, collabora con case editrici, tra le quali Bompiani, Baldini, Mondadori.

Negli ultimi anni che vedono Claudio Abbado direttore stabile alla Scala si occupa di drammaturgia musicale, prendendo parte alle maggiori produzioni del Teatro e trasmettendone le linee interpretative nei programmi di sala. Di questi cura per qualche tempo, con Silvia Lelli e Roberto Masotti, gli inserti fotografici.

Non dimentica gli altri generi musicali, ai quali costantemente ritorna.

 

1987-1997

Lascia il mondo dell'opera per costruire, sulla base delle molteplici esperienze accumulate, un teatro musicale che le contenga un po' tutte. Per il Festival internazionale di cultura ebraica promosso dal Salone Pier Lombardo di Milano crea infatti uno spettacolo che mescola in maniera inedita parola e musica, movimento e ricerca formale, trovando in Moni Ovadia - compagno di precedenti avventure - l'interprete e interlocutore ideale. Con Dalla sabbia dal Tempo apre una strada di drammaturgia-regia ancora oggi molto frequentata e destinata a molteplici rifrazioni.

Sempre con Moni Ovadia concepisce e realizza una lunga serie di trasmissioni radiofoniche (Note spettinate, RAI RadioDue) alle quali fanno seguito due nuovi spettacoli: Dybbuk, "rito teatrale" in memoria della Shoah, e Ballata di fine millennio, per il Festival Brecht del Piccolo Teatro di Milano. Testo e cd della Ballata saranno pubblicati da Einaudi nella collana Stilelibero (2000).

Si misura con la drammaturgia "classica" adattando per la scena e per Franco Parenti Il processo di Kafka, ma percorre anche altre vie, come quella di una drammaturgia "visiva" (Vanità delle vanità) e "sonora" (Storie di ordinaria emarginazione). Mantiene rapporti di collaborazione tanto con il mondo della musica istituzionale quanto con quello della produzione più indipendente.

 

1997-2007

Negli anni che seguono e fino a oggi porta avanti parallelamente molte delle linee lungo le quali si è incamminata in precedenza, con la curiosità di scoprirne ancora di nuove. Affianca così musicisti di diversa estrazione - tra questi Arrigo Cappelletti, Roberto Laneri, Jacqueline Ozanne, Lorena Portalupi - nella realizzazione di progetti che la vedono di volta in volta autrice, regista, drammaturga, attrice. Lavora a testi poetici (Cantata per il mare, Si salva chi può) spesso coniugati con altre forme espressive, come in Bianco Nero Piano Forte, per le fotografie di Silvia Lelli e Roberto Masotti e la musica di Luigi Ceccarelli, non meno che a testi destinati alla scena musicale (Il fantasma di Canterville, Entr'acte, Il canto di Ulisse). Ritorna in qualche occasione al mondo della danza (L'invenzione dell'Oriente), della canzone (Petit poème), della musica classica (Mozart a Vienna). Con il cortometraggio Parquet (il Giovedì) applica la sua regia-drammaturgia anche al video.

Dedica del tempo agli amici, alla natura, a piccoli spostamenti, all'ascolto di quel che c'è dietro la crosta del visibile. (biografia estratta dal sito di Mara Cantoni).

www.maracantoni.it

 

   
facebook © 2011 OYLEM GOYLEM TUTTI I DIRITTI RISERVATI   |   P.IVA 13071690153   |   cookies policy

 

Utilizziamo cookies tecnici e di Analytics (anonimi) per rendere il nostro sito fruibile e funzionale