Vivi Section
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  Se non ci decidiamo a spostare lo sguardo dal livello delle vicende politiche nazionali, le sensazioni e le informazioni che possiamo ricevere come feedback non superano la gamma dello spettro che segna squallore, mediocrità, vaniloquio, noia, inutilità, frustrazione, ripugnanza, schifo. Se, per autolesionismo, lo allarghiamo alle vicende mondiali, possiamo includere nelle percezioni, angoscia, raggiro, falsa coscienza, truffa ideologica, perdita di senso. Conviene, di tanto intanto, alzare lo sguardo verso la maestà degli altri esseri viventi che, per loro sventura, condividono con noi l'esistenza su questo povero martoriato pianeta: gli animali. Quella parte di umanità che ha sempre ascoltato la loro lingua di segni e suoni e di canti senza parole, che ne ha percepito i sentimenti, che ne ha sentito i dolori e le sofferenze, vede riconosciuta la propria ragione, anche se con colpevole ritardo, dall'incontestabile autorità della scienza, nella fattispecie, dal tribunale della neuroscienza. Gregory Berns, professore di Neuroeconomia della Emory University di Atalanta in Georgia, ha sottoposto alcuni cani ad un serie di esperimenti che hanno rivelato la loro capacità di provare sentimenti ed emozioni che lascerebbero supporre che l'amico a quattro zampe e, verosimilmente moltissimi altri animali, abbiano un livello di sensibilità paragonabile a quella di un bambino. Noi istintivi, che abbiamo sperimentato l'impagabile privilegio di dividere le nostre vite con questi mirabili compagni di strada, lo abbiamo sempre saputo. Lo hanno saputo coloro che hanno lavorato e collaborato con essi, coloro che sono stati salvati dalla loro dedizione. Ne hanno avuto consapevolezza le moltitudini di esseri umani che hanno ritrovato vita e gioia di vivere nei loro sguardi partecipi, nella loro vicinanza e nella loro inossidabile fedeltà. L'elenco di debiti che abbiamo nei confronti degli animali è senza fine e, per tutto ringraziamento, li sottoponiamo ad ogni sorta di abusi. Alcuni li abbiamo ridotti all'estinzione e con sconcertante cinismo ed indifferenza, altri li facciamo oggetto di sperimentazione per mezzo delle torture più crudeli che vanno sotto il nome di vivisezione. Pochi giorni fa, sul Corriere della Sera, il grande studioso Jeremy Rifkin, ci ricordava in un articolo dal titolo "Le inutili sofferenze degli animali", la grande campagna europea per la proposta di legge "Stop Vivisection" per mettere fine a queste atrocità. Per fermarla, in Europa, ci vogliono un milione di firme. 700.000 sono già state raccolte, ce la si può fare! Ricordiamoci che sperimentare su un animale può essere come sperimentare su un bimbo che ancora non abbia l'uso della parola.


 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 26/10/2013

 

 

   
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