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Di Goldene Medine - Press

Di Goldene Medine, a recital for piano and voice signed by Ovadia- Boccadoro

di Cinzia Crobu

recensito.net - theatre section, 11 May, 2010

The Jews of Europe dreamed of America from the first decade of the 1900's, and called it "The Golden Land". "The golden homeland" was a mirage for a hungry and persecuted people; once they landed there, a whole new adventure began for them...

 

 



   

 
 
 

Di Goldene Medine - Rassegna stampa

 

"Di Goldene medine": recital per pianoforte e voce firmato Ovadia - Boccadoro

di Cinzia Crobu

recensito.net - sez. teatro 11 maggio 2010

 

Gli Ebrei d'Europa, fin dal primo decennio del '900, sognarono l'America, che chiamavano 'Di Goldene Medine'. 'La Nazione d'oro' era un miraggio, per un popolo affamato e perseguitato; una volta calpestato il suolo americano, iniziò per essi una vita completamente nuova. Lo spettacolo, un recital per voce e pianoforte, racconta avventure grandi e piccole, evoca atmosfere e accende nostalgie. I ricordi vengono trasformati in narrazione e in musica. L'incontro fra cultura ebraica e americana ha dato vita ad importanti e interessanti contaminazioni. La musica, frutto di tale incontro, guiderà lo spettatore attraverso il racconto dell'epopea di donne, uomini e bambini costretti a lasciare la propria vita a causa dell'esilio, per poi costruirne una nuova, non senza dolore, in America. Dopo diverse esperienze insieme, Carlo Boccadoro e Moni Ovadia tornano alla formula del duo per approfondire i progressi della musica yiddish e del background musicale ebraico dell'est Europa. Essi analizzano il passaggio dallo Shtetl, piccola realtà geografica dell'Europa centro-orientale, conosciuta per lo yiddishkeit, all'America. Il composito incontro della musicalità e della poetica dello yiddish, con il nuovo continente, costituirà il fulcro della rappresentazione. Quest' inconsueto spettacolo un po' racconto e un po'concerto,è uno sguardo poetico alla scoperta dell' influenza della canzone ebraica sulla canzone americana del '900. Lo scrittore, commediografo e musicista Moni Ovadia sarà protagonista dell'appuntamento con la prosa che sostituirà l'esibizione di Paolo Villaggio, annullata mesi fa, al Teatro Centrale, per improvvisi problemi di salute dell'attore ligure. Moni Ovadia, già presente a Carbonia la scorsa estate, nell'ambito della rassegna "Mare e Miniere", si esibirà in città il 15 ed il 16 maggio. L'artista di origine ebraica, dopo essersi occupato di melodie 'interiori', nel Recital "Nigun", poi diventato un disco, ha collaborato con il gruppo "Sentieri Selvaggi" diretto da Boccadoro. Lodevole frutto di questo sodalizio artistico è stata la "Cantata su melodie yiddish" (voce recitante, cantante e orchestra sinfonica), affidata a Boccadoro dall'orchestra dei "Pomeriggi Musicali", debuttata nel 2007 al Conservatorio di Milano, sotto la direzione dello stesso Boccadoro e l'interpretazione di Moni Ovadia.

   

 
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Di Goldene Medine - Author's notes

Moni Ovadia and Carlo Boccadoro began their musical partnership with a recital named "Nigun" (interior melody) which then became a CD recording. Their artistic association has developed along various lines which have led Moni Ovadia to collaborate with the group "Sentieri Selvaggi" directed by Boccadoro, and have resulted in Boccadoro writing original compositions and arrangements for Moni Ovadia's shows.

An important moment in their collaboration is Boccadoro's composition "Cantata su melodie yiddish" for narrator, singer and symphonic orchestra, which was commisioned by the orchestra of the "Pomeriggi Musicali" and premiered at the Sala Verdi of the Milan Conservatory, conducted by Boccadoro himself and with the interpretation of Moni Ovadia.

After several different experiences, Boccadoro e Ovadia decided to return to the duo format, in order to explore the development of the Yiddish melody and the Jewish musical humus of Eastern Europe in its passage from the shtetl ( the small Jewish towns in central and Eastern Europe which were the heart of Yiddishkeit) to America. Jewish emigration towards the USA was a real epic of the people, caused by hunger and persecution.

 

Di Goldene Medine (the land of gold, the name the Eastern Jews gave the United States) is an initial, rhapsodic look at the many-sided encounter of Yiddish musicality and poetics with the new continent.

This encounter will give birth to one of the most surprising cultural flowerings of all time. Through songs, music and words, the audience is led from the small homeland of exile, to the uprooting and a new exile, and finally, to a stable but contradictory sense of belonging in America.

   

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