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Mi ricordo Anna Frank (di Alberto Negrin) 2009

trasmesso per la prima volta su Raiuno in occasione della “Giornata della Memoria” - 25/01/2010

 

Regia: Alberto Negrin
Soggetto: Alberto Negrin Gabriella Schina
Sceneggiatura: Andrea Negrin Monica Zapelli
Produttore Rai Fiction: Erica Pellegrini
Fotografia: Enrico Lucidi
Scenografia: Luciano Ricceri Dora Szentirmai
Costumi: Agnes Gyarmathy (Premio Oscar Film “Mephisto” - 1981)
Trucco: Erzebet Forgacs
Musiche: Ennio Morricone Honorary Award (2007)
Una produzione: Italian International Film
Un film prodotto da: Paola e Fulvio Lucisano

 

interpreti:

Anna Frank: Rosabell Laurenti Sellers

Otto Frank: Emilio Solfrizzi

Rabbino: Moni Ovadia

Hanneli Goslar: Szurdi Panna

Buch: Jaszberenyi Gabor

Peter: Meses Gaspar

Margot Frank: Kapriellan Alexa

Madre di Peter: Szalai Kriszta

Padre di Peter: Szur di Miklos

Miep: Bakonyi Csilla

 

Liberamente tratto dal libro “Mi Ricordo Anna Frank - Riflessioni di un’amica di infanzia” di Alison Leslie Gold (edito in Italia da Bompiani)
Il film è tratto dal libro di Alison Leslie Gold, la scrittrice americana che ha raccolto, quarant’anni dopo la fine della guerra, la lunga testimonianza di Hanneli Goslar, una delle migliori amiche di Anna Frank. Hanneli racconta il loro primo incontro ad Amsterdam, le loro due famiglie tedesche che avevano abbandonato la Germania, la vita quotidiana ad Amsterdam, i primi amori, l’inizio delle leggi antiebraiche, l’occupazione tedesca, la sparizione di amici e parenti, la separazione improvvisa da Anna quando tutta la famiglia Frank decide di nascondersi nell’alloggio segreto ricavato dietro gli uffici della ditta del padre, gli inutili tentativi di Hanneli di mettersi in contatto con Anna che lei crede scappata in Svizzera, la delusione di non essere stata informata dalla sua amica.

Poi c’è un lungo vuoto riempito dall’arresto e dalla deportazione di tutta la famiglia Goslar a Bergen Belsen. Hanneli ricordando Anna è felice all’idea che almeno la sua amica sia salva in Svizzera lontana da quegli orrori. Fino a quando scopre che Anna è lì, a Bergen Belsen, tra i deportati senza alcun privilegio come invece, grazie al padre antico ministro della Repubblica di Weimar, era fortunatamente accaduto a lei. L’incontro con l’amica, attraverso un reticolato ad altissimo rischio, è uno dei momenti più toccanti del film. Hanneli tenterà ancora di avvicinarsi ad Anna, a rischio della vita, ma tutti gli olandesi verranno portati lontano, in una altra baracca e Hanneli saprà della morte di Anna solo dopo la fine della guerra quando Otto Frank andrà a trovarla in ospedale e le dirà che sua figlia non è sopravvissuta. Da quel momento Otto Frank diventerà il padre adottivo di Hanneli, ne seguirà la guarigione e riuscirà a farla arrivare in Palestina dove potrà iniziare una nuova vita, una vita che ancora oggi la vede nonna di una decina di nipotini a Gerusalemme...


(fonte:www. www.miricordodiannafrank.rai.it)

   
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