Soldi o non soldi
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  Una delle litanie più menzognere che ci sono state ammannite dall'inizio della crisi dalla grande maggioranza degli esponenti della classe politica e dalla prevalenza dei media è: "non ci sono i soldi". Lo scopo della recitazione ebete del mantra è quello di far passare l'idea che una crudele disgrazia naturale ci abbia privato delle risorse finanziarie e che tutti si debba tirare la cinghia. Il mantra ha anche la sua disgustosa variante reazionaria. Non ci sono soldi perché i privilegiati del posto fisso hanno preteso di andare in pensione dopo "soli" trentacinque anni di lavoro, magari alla catena di montaggio e hanno privato il futuro di risorse. Poi, la cloaca è stata scoperchiata ciclicamente a ritmo sempre più serrato e abbiamo finalmente avuto, sbattuta sotto il naso, la schifosa verità a proposito del "non ci sono i soldi": non ci sono i soldi per la scuola pubblica, non ci sono soldi per i pensionati, non ci sono i soldi per i disoccupati, non ci sono i soldi per lo stato sociale, non ci sono i soldi per la cultura, non ci sono i soldi per riparare al dissesto idrogeologico, non ci sono i soldi per la lotta all'inquinamento, non ci sono i soldi per la tutela dei diritti, per la difesa della dignità, non ci sono i soldi per la qualità della vita, non ci sono i soldi per l'innovazione, non ci sono i soldi per l'integrazione civile dei nuovi italiani, per la tutela dei loro figli. Ma ci sono fiumi di soldi per la corruzione, per l'evasione fiscale, ci sono soldi per la bulimia della classe politica corrotta fino all'inverosimile, ci sono soldi per i festini, ci sono i soldi per le escort (le rispettabili puttane si pagano con soldi propri), ci sono soldi per lo spreco dello spreco dello spreco, ci sono i soldi per stipendi smisurati e per vitalizi immotivati, ci sono soldi per gli amici degli amici, ci sono soldi per inutili convegni nelle città d'arte e nei posti esotici, per le kermesse della vanità, ci sono fiumi di soldi per le mafie, ci sono cascate di soldi per le banche responsabili della crisi. I soldi dunque ci sono, è che se li pappano i privilegiati, i corrotti, i gangster. Il patetico e affannoso correre ai ripari di certi amministratori - gente che sarebbe capace di fare sparire l'argenteria dalla casa chi avesse la malaugurata idea di invitarli a cena - è una truffa nella truffa. Non ci sono palliativi a questo verminaio. È Il sistema che deve essere completamente resettato, per esempio abolendo l'uso del contante o imponendogli un costo che lo renda non competitivo come da tempo suggerisce Milena Gabanelli. Nel frattempo, in attesa che emerga un governo capace di esprimere una vera volontà politica, chiediamo agli attuali governanti di non pervertire le parole e di dire: "Cari cittadini, i vostri soldi ci sono, ma i numerosi furfanti di questo paese li rubano".

 

Moni Ovadia - L'Unità  -  22/09/2012

 

 

 

 

   
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