L'agonia della sinistra e la vitalità dei suoi valori
  << indietro
 
 
Una strana patologia si è impossessata della Sinistra in generale e di quella italiana in particolare. I valori che sono il suo cuore pulsante, sono vivi e vegeti e come sempre splendono con forza e immutato vigore, ma il corpo che dovrebbe incarnarli si è progressivamente corrotto o indebolito fino a vegetare sull'orlo dell'estinzione. Questa mia schematica e addolorata diagnosi, è certamente crudele, ma temo purtroppo che sia spietatamente veritiera. Il colpo di grazia al processo già da lungo in corso, lo sta dando il crollo dell'immagine del suo più "carismatico" e affascinante leader - sia detto senza il minimo intendimento sarcastico - Nichi Vendola. Dalla famigerata telefonata, al suo essere implicato nel affaire Ilva, anche se non con rilevanza penale, ce n'è abbastanza per essere travolto da quella terribile ondata di fango che si chiama " tanto sono tutti uguali!". Si avrà in seguito un bel da gridare che non è vero, si potrà entro certi limiti dimostrare che è così, ma il danno è fatto perché da quel fango qualunquista, un esponente della destra o anche uno del cosiddetto centro, potrà venirne fuori disinvoltamente con la faccia come il deretano mentre a uno di sinistra non è concesso e per questo motivo dovrebbe vigilare, sempre. I "mastini della reazione", per usare un'espressione del tipo in voga nel frasario del marxismo-leninismo classico, gli si avventeranno contro, i soloni del potere trasformista intramontabile, lo bacchetteranno paternalisticamente. Io in Sel avevo creduto, mi sembrava l'esito di un travaglio della cosiddetta Sinistra radicale che potesse dare concretezza e futuro alla Sinistra in quanto tale. Mi sbagliavo. La scelta moralmente e politicamente ingiustificabile di appoggiare il perdente e indegno Filippo Penati alle regionali lombarde e, successivamente, l'avere promosso l'ambigua alleanza con il Pd di Bersani oscillante fra una scelta di centro-sinistra e l'attrazione velleitaria verso l'inconsistente e fallimentare Monti, rivelavano la mancanza di un orizzonte politico proprio. Molti pensarono che lo scopo fosse quello di tornare in parlamento solo per tornarci.
Certo la sinistra non è solo Sel, un afflato di sinistra vive anche nel PD, lo dimostra l'impeccabile programma di Gianni Cuperlo per esempio. Ma quel programma non potrà mai trovare anche solo parziali applicazioni, in un partito non nato e quindi senza un progetto. Quanto ai partiti rimanenti, più a sinistra, sono residuali e, stanti le cose così come sono oggi, si condannano a galleggiare nell'insignificanza. La Sinistra vive solo nei suoi mirabili militanti irriducibili, in certa società civile e nella coraggiosa e, per certi versi prodigiosa, Fiom di Maurizio Landini. Da lì deve ripartire. Ma questa volta non basta una rifondazione. Questa volta è necessaria una vera e propria rinascita.

 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 30/11/2013

 

 

   
facebook © 2011 OYLEM GOYLEM ALL RIGHTS RESERVED  |   P.IVA 13071690153   |   cookies policy

By using this site you agree to the placement of cookies on your computer in accordance with the terms of this policy