Letta Secondo
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il presidente del Consiglio Enrico Letta, nel corso di una recente puntata della trasmissione "che tempo che fa" in onda su rai 3, si è lanciato in un'affermazione tanto sorprendente quanto insolita sulle labbra di un politico, soprattutto su quelle di un primo ministro:" se ci saranno tagli all'Università e alla cultura...mi dimetterò". Una dichiarazione davvero coraggiosa. Mi sembra di ricordare che solo un'altro primo ministro europeo abbia pronunciato parole tanto impegnative e vi abbia fatto seguire dei fatti: la Cancelliera della Germania Federale signora Angela Merkel. Il premier italiano, Enrico Letta per il momento si ferma a livello delle parole, del resto non si può pretendere troppo diamogli tempo. Premetto che non sono un fan di questo governo e non ho nessuna aspettativa riguardo alla sua azione. Devo tuttavia constatare che ci voleva un ex democristiano perché si sentisse sentire pronunciare dal capo dell'esecutivo italiano un aut aut impegnativo in merito a cultura, istruzione e suppongo ricerca. Non ricordo che Pierluigi Bersani nell'intera campagna elettorale impostata sulla smacchiatura del giaguaro abbia mai pronunciato la parola cultura, né che lo abbiano fatto altri autorevoli esponenti del PD. Ma forse ero distratto io. Lo ha fatto con passione solo Nichi Vendola e per quanto mi riguarda gliene ho sempre reso merito sulle pagine di questo giornale e non solo. Ma mettere la cultura come priorità politica al punto da ipotecare la propria permanenza in carica in base ad essa è altra cosa. Resta da vedere se Letta avrà il coraggio di passare dalle parole ai fatti. Se posso permettermi un modesto suggerimento:" lo faccia, ci provi, esageri! Appena possibile convochi un consiglio dei ministri tutto sulla cultura, sull'istruzione e sulla ricerca. Lo convochi magari ai Musei Capitolini, alla "Sapienza" ,o che sò, a Cinecittà. E' probabile che non serva assolutamente a nulla perché parlare di cultura, università e ricerca con il partito di Berlusconi, Brunetta e Gelmini è come chiedere a Dracula di indossare il crocefisso, ma almeno avrà costituito un precedente destabilizzante e forse, in un futuro governo Letta II formato con una coalizione più "divisiva" magari ma meno insensata, potrà perfino osare pensare di dare avvio al risanamento del paese e al rilancio del suo sviluppo a partire dalla leva del sapere, della bellezza e della valorizzazione del territorio in ogni sua potenzialità. Potrebbe anche pensare di fare del merito culturale e scientifico la risorsa principale di un nuovo futuro ". D'accordo, d'accordo, ho esagerato. Adesso mi sveglio!

 Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 11/5/2013

 

 

   
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