Ladi jihad liberista
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La morte di Margareth Thatcher non è stata una livella per i suoi sostenitori e i suoi detrattori. La morte non ha sopito le passioni e gli schieramenti di fazione. Del resto come avrebbe potuto essere diversamente? Se si fa la tara ai suoi talenti caratteriali e tecnici di leader carismatica e di successo, Maggy the Iron Lady, è stata oltremisura faziosa perché animata da un irriducibile credo ideologico: una miscela deflagrante di iper liberismo, anticomunismo viscerale, nazionalismo e ferreo atlantismo. Solo nell'ambito dei diritti civili seppe manifestare, agli esordi della sua carriera, qualche limitato e contraddittorio spiraglio di apertura. Per esempio sostenne la decriminalizzazione dell'omossessualità. Quindi, in occasione della sua scomparsa, la contrapposizione radicale tra fan acritici e accaniti avversari, si è riprodotta con la stessa radicale divaricazione vista nella stagione in cui fu premier. Fanno eccezione al clima di lacerazione i politici istituzionali dell'opposizione, che invitano i loro alla buona educazione - leggi ipocrisia - come spiega sul Guardian dello scorso mercoledì Polly Toynbee: "In un twitter dettato dal panico, ministri Ombra del Labour ieri hanno inviato appelli: sperando che i sostenitori del Labour risponderanno con dignità e rispetto alla notizia della morte della baronessa Thatcher. Dignità e decoro hanno improntato la giornata, tranne che nell'intossicato anonimato del web". Personalmente, di fronte alla morte non so condividere sentimenti di giubilo, cionondimeno non mi asterrò dall'esprimere la mie opinioni con tutta la radicalità e la passione di parte che provo nei confronti di un leader politico che ha lacerato, diviso, colpito spietatamente i ceti deboli. Le motivazioni della politica messa in campo dalla Thatcher, di politico hanno avuto solo il travestimento. Le ragioni profonde, a mio parere, sono state di natura ideologica e fideistica fondate su un fanatismo iperliberista ispirate a una religiosità pseudo protestante. Quella della Thatcher è stata una jihad alla maniera wahabita o salafita contro un nemico da schiacciare: la classe operaia, i ceti disagiati, i pensionati, i poveri, i disoccupati, le minoranze. La ripugnante poll tax ne è stata la prova. La Thatcher che si è abbeverata come una pasdaran alla scuola economica iper reazionaria che va da Frederich von Hayek a Milton Friedman, come i suoi maestri considerava la povertà una colpa, persino di più, un crimine. Maggy ha collaborato con Regan e le sue reganomics e ha cicaleggiato con il dittatore criminale Augusto Pinochet con cui condivideva il fanatismo economicista. Costoro, in misura diversa, hanno seminato il solco della micidiale crisi che il mondo sta attraversando e se la memoria dei loro disastri troverà credito, porteranno il pianeta alla necrosi definitiva per bulimia del privilegio.


 

Moni Ovadia L'Unità - Voce d'Autore del 13/04/2013

 

 

   
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